domenica 30 maggio 2010

Dell'evasione in Italia si sa praticamente tutto di Vincenzo Visco 28.05.2010 da www.lavoce.info

Dell'evasione in Italia si sa praticamente tutto.

di Vincenzo Visco 28.05.2010 da www.lavoce.info


Il problema di fondo consiste nel fatto che vi sono redditi completamente tracciabili e tracciati e altri che non lo sono.

Se si ritiene che la riduzione dell'evasione sia utile, andrebbero reintrodotte integralmente le misure varate dal governo Prodi e subito abrogate dal governo Berlusconi.
Con un passo ulteriore: grazie all'anagrafe dei conti bancari è possibile oggi richiedere agli intermediari finanziari la trasmissione al fisco dei saldi finali annuali di tutti i contribuenti, come avviene in altri paesi.

Sull’evasione fiscale in Italia si sa praticamente tutto: si conosce il suo ammontare (circa 120 miliardi); la sua distribuzione territoriale a livello sia delle regioni che delle province (l’evasione complessiva è più alta al Nord che al Sud, ma l’evasione delle imprese e dei lavoratori indipendenti è più alta al Sud).

Così come si conosce l’incidenza rispetto alle diverse tipologie di reddito: è molto ridotta per i redditi da lavoro dipendente (3-4 per cento); inesistente per le pensioni (ma presente presso i pensionati che hanno un’altra fonte di reddito, spesso in nero); ridotta nell’industria in senso stretto (5-7 per cento), ma molto elevata nel settore delle costruzioni e ancora più in quello dei servizi.

Tra i lavoratori indipendenti, i professionisti evadono di meno (33-35 per cento) e gli imprenditori di più (50-60 per cento).

Evadono più i giovani degli anziani, più gli uomini delle donne, molto più le imprese piccole, non strutturate a stretto controllo familiare, che non le grandi, che peraltro eludono quello che possono.

OSTACOLI TECNICI E POLITICI

La conoscenza del fenomeno dovrebbe essere la premessa necessaria (ma non sufficiente) per intervenire efficacemente. Esistono infatti problemi tecnici che rendono impossibile in una economia capitalistica basata sull’iniziativa privata eliminare completamente l’evasione; e probabilmente non sarebbe neppure conveniente da un punto di vista strutturalmente economico.

Ma esistono soprattutto problemi politici che ostacolano il contrasto all’evasione derivanti dal fatto che riguarda categorie numerose e spesso influenti di contribuenti che possono essere elettoralmente decisivi soprattutto in una contesa bipolare o bipartitica. Inoltre, molto spesso, l’influenza politica di questi contribuenti è ben maggiore del loro peso numerico.

In ogni caso gli evasori e l’evasione presentano origini e caratteristiche molto simili in Italia e all’estero, con la differenza che in Italia l’evasione risulta il doppio o il triplo di quella degli atri paesi Ocse. (1)
Cosa si può fare in proposito? Si può fare molto, come dimostrano i dati presentati da Alessandro Santoro su questo sito, da cui risulta che in alcuni periodi della nostra storia recente l’evasione è stata considerevolmente ridotta.
In ogni caso, il problema di fondo consiste nel fatto che vi sono redditi (lavoro dipendente, pensioni, alcuni redditi da professione, redditi da capitale) che sono completamente “tracciabili” e “tracciati”, e altri redditi che non lo sono e quindi il fisco non li conosce in maniera automatica e diretta. Stando così le cose, in assenza di poderosi (costosi) investimenti amministrativi, e con un numero di “indipendenti” particolarmente elevato, il mondo dei contribuenti tende inevitabilmente a dividersi tra “evasori e tartassati”.

L'AIUTO DELLA TECNOLOGIA

Oggi tuttavia le nuove tecnologie consentono di rendere “tracciabili”, o per lo meno molto più “tracciabili”, anche i redditi che finora non lo sono stati.

A questo obiettivo tendevano le misure antievasione introdotte durante l’ultimo governo Prodi: conto corrente dedicato per i professionisti e pagamenti in contanti limitati a importi minimi; elenco clienti e fornitori per la tracciabilità dei rapporti economici tra le imprese; trasmissione telematica dei corrispettivi (ricavi) dei commercianti; impossibilità di girare gli assegni; anagrafe dei conti correnti; fatture telematiche per i rapporti economici con la pubblica amministrazione senza soglie di importo. (2) Si trattava di misure logicamente coerenti, di un sistema organico per cercare di ristabilire una certa parità di trattamento tra i contribuenti, nonché di misure facilmente attuabili e con bassissimi costi data l’evoluzione delle tecnologie informatiche. In fondo, si trattava della semplice evoluzione del fisco telematico introdotto da chi scrive nel 1998.
Guardando alle misure del governo attuale da questa prospettiva, i suoi limiti appaiono chiari: si cerca di escludere dagli obblighi di tracciabilità (utilizzo di mezzi diversi dal contante per pagamenti superiori a 5mila euro e fattura elettronica per importi superiori a 3mila euro) i contribuenti “normali” quelli, cioè, che non sono grandi imprese strutturate e che quindi possono facilmente suddividere i pagamenti in più tranches. Le misure introdotte, quindi, sembrano avere più un significato “politico” che una efficacia potenziale adeguata; anzi rischiano di non toccare affatto gli evasori veri e razionali che possono facilmente “aggiustarsi”. (3)

In conclusione, se si ritiene che la riduzione dell’evasione sia cosa utile, le misure antievasione varate dal governo Prodi e subito abrogate dal governo Berlusconi, andrebbero reintrodotteintegralmente e andrebbe compiuto anche l’ultimo passo: avendo costituito l’anagrafe dei conti bancari è possibile oggi richiedere annualmente agli intermediari finanziari la trasmissione al fisco dei saldi finali di tutti i contribuenti, come avviene in Francia, Spagna e altrove. Infine la disponibilità di queste banche dati, oltre a determinare un effetto di deterrenza imponente, consentirebbe ai funzionari del fisco di poter adottare una politica di verifiche e (se necessario) di accertamenti basata sul rapporto personale e diretto con ogni singolo contribuente, e non solo su parametri statistici medi come avviene oggi con i pur utili studi di settore. (4)

(1) Per una analisi dell’evasione fiscale e delle categorie di evasori negli Stati Uniti, si veda Joel Slemrod, “Cheating Ourselves: The Economics of Tax Evasion”, Journal of Political Perspectives, 2007. In sostanza, Slemrod conclude che chi non ha la ritenuta alla fonte e il sostituto di imposta, tende a evadere.

(2) La fatturazione elettronica differisce dagli elenchi clienti e fornitori per il fatto che ogni fattura, appena emessa, viene trasmessa automaticamente non solo al cliente della impresa, ma anche al fisco. Per questo motivo mentre non vi è alcuna giustificazione tecnica per il limite di 3mila euro indicato dal governo, è molto improbabile che la fattura elettronica prevista nella manovra possa riguardare tutti i settori e tutte le imprese anche al di là dei rapporti con la Pa, perché la strutturazione tecnica del sistema è molto complessa e la sua organizzazione richiede tempo. Se così non fosse non si tratterebbe, probabilmente, di vera fatturazione elettronica.

(3) L’evasore razionale del modello teorico canonico sull’evasione, è approssimato molto da presso in Italia dal rapporto contribuente-commercialista.

(4) In proposito vedi Romano M. e Visco V. “Più banche dati meno evasione”, Il Sole-24Ore 2010.

giovedì 27 maggio 2010

USA: percentuale Poveri è al 13,8%, massimo livello dal 1929, pari a 39,8 milioni di poveri nel 2008 contro i 33 milioni del 2002...

In USA la percentuale dei poveri è salita al 13,8%, massimo livello dal ‘29, pari a 39,8 milioni di poveri nel 2008, contro i 33 milioni del 2002, che già era stato un anno pessimo...
...."...creare artificialmente... Questioni di Penuria... e di Povertà... rimettendo così la questione della Sussistenza e del Lavoro al centro del Legame-Sociale..." (Patrick Viveret)

domenica 23 maggio 2010

Diego Scarbolo all'assemblea dei soci cooperatori di Banca etica: "una banca dentro il sistema ma non del sistema"

Padova sabato 22 maggio 2010: assemblea soci cooperatori di Banca popolare Etica con ben 5.185 votanti (967 presenti fisicamente e 4.218 per delega) ed è stato eletto Ugo Biggeri, fino a oggi Presidente della Fondazione di Banca Etica e attivo in Mani Tese, Lilliput, ideatore e promotore di Terra Futura e del social network zoes.it...

Ugo Biggeri: "... possiamo oggi aiutare a costruire reti di economia responsabile. Reti che sappiano ...dare il giusto valore alle relazioni. In breve un’economia capace di futuro. Banca Etica continuerà a fare la propria parte cercando di essere ancora più efficiente e innovativa... "

Diego Scarbolo:"...banca etica ha accumulato un patrimonio ereditario culturale, organizzativo, esperienziale da valorizzare anche nelle relazioni con tutti i mondi che si occupano di finanza etica (bcc,scec,jak,...)... banca etica è dentro il sistema ma non è del sistema quale lo conosciamo oggi... sa bene che la sua essenzialità, nel gestire consapevolmente un sistema complesso e suo patrimonio ereditario, è la cura della sua classe dirigente dei suoi soci cooperatori ( ...se mettiamo alla guida di una nave, ad esempio, il cuoco, mangeremo bene, ma dove va la nave?...) ... l'amore è il motore delle nostre attività ed anche del lavoro che, quando la dose amorosa va oltre, trabocca, diventa capo-lavoro ma l'amore, per acquistare tutta la sua forza pare bene sia come un vento capace di soffiare forte, forte, forte nella vela della ragione affinchè la ragione trovi grande forza relazionale nella capacità di parlare forte e chiaro alle donne ed uomini di oggi non di ieri o di domani."

lunedì 17 maggio 2010

SKRAMASAX... iniziativa bresciana a supporto della candidatura a Patrimonio Ereditario Culturale dell'Umanità (PECU) -UNESCO-

SKRAMASAX.... iniziativa curata dal Presidente Luigi Bandera della"Strada del Vino dei COLLI LONGOBARDI" di Brescia a supporto della candidatura a Patrimonio Ereditario Culturale dell'Umanità (PECU) -UNESCO- di Brescia, Cividale del Friuli, Castelseprio,Spoleto e Campello sul Clitunno,Benevento e Monte Sant'Angelo...
Scramasax che noi scriviamo secondo la migliore tradizione scandinava con SKRAMASAX (e + facile da leggere e scrivere..) è il nome di una spada longobarda manufatta poi nelle valli bresciane in primis nella VALLE TROMPIA tuttora sede di industrie armiere...occasione unica per ribadire l'educazione alla nonviolenza uno dei principi cardine dellaRegione Virtuale Europea LONGOBARDIA che il nostro blog promuove...

domenica 9 maggio 2010

l'informazione?...è scomoda!... disturba chi gestisce l'economia perchè genera dubbi...

"...l'informazione?...è scomoda!... disturba chi gestisce l'economia perchè genera dubbi... sollecita comportamenti diversi...investire in educazione e informazione è la chiave di sviluppo per un paese " (innocenzo cipolletta il sole24ore 9.5'10)... e chiave per la crescita dell'Europa tutta, nessun paese escluso...