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Saturday,
January 2, 2016
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Sabato, 2 Gennaio 2016
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Nino
Galloni:“L’Euro è servito per Deindustrializzare l’Italia”
di Giulio Ambrosetti: Intervista all’economista
keynesiano Nino Galloni, a Palermo
ad un convegno sulla moneta unica europea. “La
grande paura dell’Unione Europea è che la Grecia lasci l’Eurozona senza
conseguenze”. Non sono da escludere “aiuti sottobanco”
alla stessa Grecia per convincere Tsipras a restare nell’area Euro.
Professore
Galloni, è corretto affermare che, ormai da qualche settimana, è l’Unione
Europea dell’Euro che teme l’uscita della Grecia dall’Eurozona?
“In un certo
senso sì. Quello che l’Unione Europea teme è che la Grecia lasci l’euro senza
conseguenze. E, di fatto, è quello che sta avvenendo. Già gli ellenici stampano
moneta alternativa. Hanno siglato un importante accordo sul gas con la Russia
di Putin. Insomma non ci sono tragedie, a parte i problemi creati in Grecia dai
predecessori di Tsipras”.
Insomma,
l’Europa dell’Euro teme che, poi, sull’esempio della Grecia, anche altri Paesi
che fanno parte della moneta unica seguano l’esempio di Tsipras.
“Praticamente
sì. Per l’Europa dell’Euro un’eventualità del genere sarebbe disastrosa”.
Ma alla
fine, professore, questa benedetta moneta unica europea a cos’è servita?
“Per quanto riguarda l’Italia a deindustrializzare il
nostro Paese. Alla fine degli anni ’80 del secolo passato le Partecipazioni
statali italiane erano un esempio nel mondo. E questo non andava bene a
Germania e Francia”.
Sono riusciti a deindustrializzare l’Italia?
“In parte sì e in parte no. In meno di trent’anni il
nostro Paese ha perduto il sessanta per cento circa delle Partecipazioni
statali. E il novanta per cento delle grandi imprese private. Ma ci sono oltre
4 milioni di piccole e medie imprese che resistono: e resistono nonostante le
infrastrutture sempre più carenti, nonostante un sistema bancario che gli nega
sistematicamente il credito, nonostante un Fisco rapace e nonostante una
pubblica amministrazione sempre più inefficiente”.
Come fanno a
resistere?
“Perché sono
uscite dal modello capitalistico. Sono imprenditori che lavorano e resistono
non per remunerare il capitale che investono, ma per valorizzare la propria
storia culturale e imprenditoriale: ovvero quello che sono stati e quello che
sono ancora”.
Ma lei cosa
pensa dell’europeista Giorgio Napolitano?
“E’ l’ex
comunista preferito da Henry Kissinger…”.