martedì 31 maggio 2016

Ambrose Evans-Pritchard: L’Unione Europea ha dato ovviamente Pessima prova di sé, presentando tutti gli Svantaggi della Perdita di Sovranità senza fornire alcuno dei vantaggi che ci si potrebbe aspettare da un’unione – e l’Italia è tra i paesi che ne hanno risentito nel Modo Più Catastrofico...

Il Suono del Silenzio...
Ambrose Evans-Pritchard, 11 maggio 2016 (sintesi)

Evans-Pritchard riassume la disastrosa situazione dell’Italia, che nonostante anni di ripresa globale e condizioni favorevoli non ha visto alcuna crescita.

Ora si stanno ripresentando crisi e situazioni avverse, e l’Italia le dovrà affrontare indebolita e impreparata. 

L’Unione Europea ha dato ovviamente pessima prova di sé, presentando tutti gli svantaggi della perdita di sovranità senza fornire alcuno dei vantaggi che ci si potrebbe aspettare da un’unione – e l’Italia è tra i paesi che ne hanno risentito nel modo più catastrofico.
L’Italia sta esaurendo il tempo a disposizione, dal punto di vista economico. 

Dopo sette anni di espansione globale, che si sta esaurendo, il paese è ancora bloccato nella deflazione del debito e in una crisi bancaria che non è in grado di affrontare dentro i vincoli paralizzanti dell’Unione Monetaria.

“Abbiamo perso il nove (9%) percento del PIL dall’inizio della crisi, nonché un quarto (25%)della nostra produzione industriale“
, ha detto Ignazio Visco, il triste governatore della Banca d’Italia.
(ndr...stime accreditate correggono verso il 12% PIL ed il 30% Produzione Industriale...)

“L’Italia è enormemente vulnerabile. Ha attraversato un’intera fase di ripresa globale senza vedere alcuna crescita“, ha detto Simon Tilford del Centre for European Reform. “L’inflazione ‘core’ è ad un livello pericolosamente basso. Il governo non ha praticamente alcuno strumento operativo per combattere la recessione“.
L’Italia ha bisogno di riforme profonde, ma queste sono per loro natura recessive nel breve termine. 

Il tasso di disoccupazione ufficiale è all’11,4 percento. È ingannevolmente basso. La Commissione Europea dice che un altro 12 percento c’è ma non risulta nei dati, trattandosi dei lavoratori scoraggiati, che non cercano più lavoro, a un tasso triplo rispetto alla media UE.

La disoccupazione giovanile è al 65 percento il Calabria, al 56 percento in Sicilia, al 53 percento in Campania, e questo nonostante un esodo di 100.000 persone ogni anno dal Mezzogiorno – che spesso si dirigono verso Londra.



L’istituto di ricerca SVIMEZ dice che il tasso di natalità nei territori ex-borbonici è al minimo dal 1862, da quando si iniziarono a raccogliere i dati. L’impoverimento è comparabile a quello della Grecia. La produzione industriale è diminuita del 35 percento dal 2008, gli investimenti del 59 percento.

SVIMEZ avverte che la spirale discendente sta trasformando una crisi ciclica in “uno stato permanente di sottosviluppo“. In breve, il Sud Italia è vicino al collasso sociale, e c’è ben poco che il Primo Ministro, Matteo Renzi, possa fare realmente, a meno di recuperare la sovranità economica dell’Italia.

La storia del catastrofico calvario dell’Italia nell’euro è lunga e complessa. Il paese aveva un ampio surplus commerciale con la Germania a metà degli anni ’90, prima che i tassi di cambio fossero fissati definitivamente. Erano i tempi in cui si poteva ancora recuperare competitività e reddito con la svalutazione della moneta, per la grande irritazione delle camere di Commercio tedesche.

Basti dire che l’Italia ha perso il 30 percento di competitività in termini di costo del lavoro per unità di prodotto rispetto alla Germania nel corso degli ultimi quindici anni, in parte perché la Germania ha compresso essa stessa i salari per guadagnare una marcia rispetto agli altri, ma anche perché la globalizzazione ha colpito i due paesi in modo differente. L’Italia è inciampata su un “cattivo equilibrio”. La sua produttività è scesa del 5,9 percento dal 2000, un crollo spaventoso.

L’Italia è ora nella peggiore delle condizioni possibili. Non può intraprendere azioni normali da paese sovrano per stabilizzare il sistema bancario a causa delle interferenze e delle regole europee, e d’altra parte non c’è alcun sistema bancario europeo degno di questo nome, o sistema di assicurazione dei depositi condiviso, su cui scaricare i pesi. “Saremo seriamente nei guai se ci sarà un’altra recessione“, ha detto Codogno.

Dobbiamo evitare una deindustrializzazione catastrofica del paese, prima che sia troppo tardi...