lunedì 14 gennaio 2013

Tempo di Riforme...così Carlo Cattaneo sulle Riforme nel XVIII sec...anche Oggi sono Difficilmente Eludibili ...Troppo Alta la % del Pil sottratta all'Economia-Sana...

Corona di Teodolinda Tesoro del
Duomo di Monza

...dopo la liberazione dal giogo spagnolo Carlo Cattaneo scrive in: “Le Riforme in Lombardia nel secolo XVIII”:

“Dalla metà del secolo in poi si attivò un’immensa divisione e suddivisione di beni; il numero dei possidenti e degli agiati crebbe nella proporzione stessa in cui crebbero i frutti. Si cominciò a sciogliere i fedecommessi, che univano nelle famiglie la noncurante opulenza dei primogeniti con la povertà, l’umiliazione, la forzata carriera dei cadetti e delle figlie. Si abolirono le mani morte; si rimisero nella libera contrattazione i loro sterminati beni; si alienarono i pascoli communali; si riordinarono le amministrazioni de’ municipî; si rivocò l’educazione publica a mani docili e animate dallo spirito del secolo e del governo; si abolirono i vincoli del commercio, la schiavitù dei grani, quasi tutte le mete dei commestibili, e i regolamenti che inceppavano le arti… Si apersero teatri, ove le famiglie, inselvatichite da sette generazioni, impararono a conoscersi, e gustarono le dolcezze del viver civile, della musica, della poesia…. Regnò la tolleranza di tutti i culti; e si aperse ospite soggiorno agli stranierei che apportavano esempi di capacità e d’intraprendenza. S’introdussero le scienze vive nella morta Università; si fondarono academie di belle arti; rifiorì l’architettura, l’ornato riprese greca eleganza; s’inalzarono osservatorî astronomici; si costrusse la carta fondamentale del paese; si apersero nuove biblioteche; le madri tolsero ai cuochi e agli stallieri la prima educazione dei figli. Soave rifece tutti i libri elementari; Parini, Mascheroni, Arici ricondussero l’eleganza letteraria, indirizzandola ad alti fini scientifici e morali; Beccaria lesse economia politica; surse a poco a poco quella costellazione di nomi splendidi alle scienze e alle arti, Volta, Piazzi, Oriani, Appiani, cogli altri che la continuarono fino ai viventi. Gli allievi di tanto senno si sparsero per tutte le provincie, e propagarono in tutte le classi quel fausto movimento di cose e di idee, che ci abbraccia da ogni parte e ci arride all’immaginazione (Oei, IV, 266-71)”.